UN TURISMO PIU' SOCIAL CON ERICA GILARDI
- LucaTravel
- 27 lug 2020
- Tempo di lettura: 7 min
Buongiorno cari amici lettori,
oggi torniamo a parlare di interviste contro le barriere ma con una lieve differenza, non andremo ad illustrare una nuova meta e quindi parlare di eventuali accessibilità o meno ma avremo modo di illustrarvi come il turismo è cambiato negli anni, come i social sono alla base di un turismo meglio gestito e se tutto questo vada ad abbracciare la tematica "contro le barriere architettoniche".
Per potervi parlare di questo complicato ma fondamentale argomento, ho chiesto l'aiuto ad una specialista nel settore, con un marcato corso di studi in Comunicazione pubblica e d'impresa con indirizzo marketing e comunicazione presso l'Università degli Studi di Milano.
Erica Gilardi è nata a Lecco e ha sempre vissuto a Galbiate, piccolo paesino nel cuore del Parco Regionale del Lario orientale, del Monte Barro e del San Genesio a pochi passi dalla città del Manzoni e capoluogo di provincia (volete sapere se Lecco è una città accessibile ? non perdetevi l'intervista contro le barriere: A Lecco con Giulia Ferrari).
Erica è una ragazza solare e sempre disponibile ad aiutare il prossimo, non le manca mai il sorriso e ha sempre la battuta pronta, è innamoratissima degli sport soprattutto del trekking e dell'andare a camminare scoprendo posti nuovi .
Ha una grandissima passione e cultura nel turismo: oltre ad aver viaggiato tantissimo, si è diplomata nel 2015 nell'istituto Parini di Lecco come Perito Turistico e come vi ho accennato sopra, ha deciso di proseguire i suoi studi in comunicazione e marketing (con votazione 110 con lode) sempre rispettando le basi turistiche, tanto da aver scritto una tesi sull'utilizzo dei social per promuovere le varie destinazioni.

Come sempre, mi sono già dilungato troppo e non vorrei spingermi oltre rovinandovi quindi la sorpresa...
Lasciamo la parola a Erica !
Buona lettura ragazzi.
1. Parlami un po' di te, chi sei e quali sono le tue passioni;
Io sono Erica, ho 24 anni e abito a Galbiate da altrettanti anni! Ho appena concluso la mia laurea specialistica in Comunicazione pubblica e d’Impresa con indirizzo Marketing e Comunicazione presso l’Università degli Studi di Milano. Sono una ragazza estroversa e solare; tra le mie passioni sicuramente spiccano: i Social, li uso praticamente da quando sono nati e dai loro primi aggiornamenti; i viaggi, amo viaggiare e ho avuto la fortuna di poter visitare moltissimi luoghi, come ogni appassionato di viaggi l’attuale emergenza sanitaria in corso mi ha bloccata per un po’ ma non ho mai perso la voglia di scoprire nuovi posti e culture; ed infine, amo svolgere attività all'aperto, soprattutto camminate ma in generale mi piace mettermi in gioco e vivere sempre nuove esperienze.
2. Parlami dei tuoi studi e come è nata questa passione
Dopo il diploma come perito turistico mi è stato spesso domandato cosa mi ha spinta a intraprendere l’ambito della Comunicazione e del Marketing. In realtà io non ci ho mai visto qualcosa di così strano. Il turismo è un fenomeno che molto spesso viene legato alla fatalità, soprattutto qui in Italia. Con il pretesto che siamo “il bel paese” non ci rendiamo conto quanto sia fondamentale attirare i turisti e sedurli dimostrando le esperienze che possono vivere in una determinata destinazione e per farlo è fondamentale avere una strategia di comunicazione (soprattutto online) per catturare l’interesse anche di noi giovani.

3. Parlami del tuo progetto di tesi, da come è nata questa idea, quali sono le città che hai maggiormente approfondito, quali sono le persone che hai intervistato, insomma, sentiti libera di parlare del tuo lavoro;
Il mio elaborato di tesi magistrale è volto ad analizzare l’utilizzo dei social media come validi strumenti da inserire all’interno delle strategie di destination marketing. Ho creato una sorta di vadevecum che racchiude i migliori e peggiori casi di social media marketing delle destinazioni, ma ho anche dedicato un capitolo intero alla destinazione che ho più nel cuore: il territorio lecchese. Per realizzare il mio elaborato ho deciso di intervistare Josep Ejarque, che è un destination manager italo-spagnolo di fama internazionale e Maria Sacchi, tour operator di Lecco e ideatrice insieme a Sonia Pozzi del sito web EccoLecco.
Ejarque mi ha dato diversi spunti su cui riflettere e far riflettere, tra le “best practices” a livello europeo spiccano: Vienna, la Catalogna, la Svizzera mentre a livello nazionale sicuramente il Trentino e il Friuli Venezia Giulia. Mentre molto spesso tra le “worst pratices” ho riportato esempi di destinazioni che attuano una comunicazione impersonale e troppo autoreferenziale magari osannando la bellezza del luogo ma non dimostrando che tipo di esperienza può vivere il turista. Mentre la decisione di intervistare Maria Sacchi è data dal fatto che sono una fan della loro pagina perché all'interno trovo sempre quello di cui ho bisogno, relative al territorio lecchese. I loro contenuti sono ricchi di informazioni rendendo facile la ricerca al turista all'interno della sua Customer Journey. Ho analizzato molti aspetti del brand- destinazione Lecco tra cui la sua presenza online e i contenuti che vengono utilizzati. Purtroppo è emerso dall’analisi che nel mondo online Lecco non è per niente valorizzata. Noi abbiamo questo “piccolo” problema che siamo denominati sotto Lago di Como e la cosa che viene più naturale pensare, immedesimandomi in un turista, è che da visitare ci sia solo Como con il suo turismo luxury. Ma Lecco non è Como. Lecco dovrebbe far emergere di più la propria immagine turistica, la propria identità, dissociandosi dall'immaginario comune e secondario che purtroppo ha avuto per anni. Proprio per questo ho deciso di intervistare Maria, perché loro si discostano da questa immagine e posizionano Lecco in maniera decisamente più netta grazie ai loro contenuti di valori che propongono online.

4. Ritieni che il turismo ai giorni d'oggi sia sempre più orientato verso la tematica abbattimento barriere architettoniche o c'è ancora molta strada da fare?
A livello nazionale per me c’è moltissima strada da fare. Purtroppo abbattere le barriere non è mai facile e solo di recente (ma per fortuna) si è aperta la possibilità di un turismo più inclusivo. Una destinazione dovrebbe dare la possibilità a chiunque di poterla visitare e di poter vivere le proprie esperienza. A mio parere è fondamentale creare dei servizi adatti per chi è portatore di disabilità dall’inizio fino alla fine del suo viaggio. La tecnologia in questo caso ci viene incontro. Mi spiego meglio. Nella mia tesi ho parlato soprattutto di quanto sono fondamentali i social in tutti le fasi del viaggio: partendo dalla ricerca di ispirazione (es. vedere immagini su Instagram, video su Youtube, recensioni online); durante il viaggio (es.quante storie di Instagram facciamo quando stiamo viaggiando e quante ne facciamo quando siamo chiusi in casa?) e alla fine (inutile negarlo, amiamo ri-condividere i nostri ricordi e le maggiori piattaforme ce lo consentono, vedi Facebook e Instagram). Consideriamo che il viaggio è un acquisto non di impulso ma su cui riflettiamo molto bene prima di decidere di acquistarlo, rispetto soprattutto al costo-beneficio, ed è quindi un processo che richiede tempo. Io personalmente scandaglio il Web per cercare persone che parlino della destinazioni, guardo foto, video, commenti, cerco ovunque. Mi chiedo allora dunque se per me è difficile trovare le informazioni di cui ho bisogno… come può essere la ricerca per una persona che deve anche trovare una destinazione che sia in linea con tutte le sue esigenze e che soprattutto gli possa garantire che, una volta arrivato a destinazione, potrà svolgere il suo viaggio in completa tranquillità? I valori come sicurezza, certezza e fiducia oggi non possono mancare, soprattutto per i viaggiatori con disabilità. Il set di valori di una destinazione sono importanti tanto quanto quelli veicolati dalle imprese perché questi andranno ad impattare soprattutto a livello di reputazione del brand-destinazione. Quando parlo di brand di destinazione mi riferisco ad un vero e proprio brand, un marchio, fortemente distintivo che viene scelto per la fiducia che garantisce ai propri consumatori ed è proprio così che la destinazione dovrebbe essere.
5. Quanto sono fondamentali i social nel turismo al giorno d'oggi ? E' facile secondo te trovare una destinazione se disabili ? Avresti dei consigli da dare alle persone/ai vari tour operator?
I social sono fondamentali per sedurre i turisti ma ciò che serve sono la loro integrazione con tutti gli strumenti digital: siti web, blog, siti di review. Serve una strategia e non basta pubblicare una foto per promuovere una destinazione, come a volte si pensa. Il piano di social media marketing per il turismo è un piano che tiene in considerazione gli obiettivi e il pubblico da raggiungere ma anche la fase di monitoraggio per comprendere il “ronzio” che gira attorno alla destinazione ovvero ciò che dicono gli altri utenti e ciò che provano gli utenti verso la destinazione. Avere l’opportunità di sapere cosa si dice online su una destinazione è un privilegio che poco tempo fa non avevamo. Per comprendere l’importanza dei social nel turismo, riporto qui le parole di Ejarque quando mi ha detto che: «I social sono i proiettili con cui andiamo a sparare per catturate l’attenzione». Applicando una strategia di Content Marketing (creazione di contenuti efficaci e di valore utili per il turista) rendiamo la destinazione più “umana” e vicina al turista dandogli anche la motivazione per cui scegliere un determinato luogo.
Rispetto alla seconda domanda io sinceramente ti dico che non mi piacciono le distinzioni. Non vorrei una destinazione per disabili e una no. Io vorrei una destinazione che possa veramente offrire a chiunque la possibilità di vivere belle esperienze. Per me una destinazione che oggi non è online, a mio parere, è come se non esistesse. Dunque se una destinazione può veramente offrire dei servizi accessibili a chi è portatore di disabilità allora dovrebbe sempre dimostrarlo, veicolarlo e comunicarlo! Come vogliamo aziende più inclusive, anche le destinazioni dovrebbero esserlo. Se si decide di puntare a un turismo senza barriere è fondamentale però che tutta la vacanza lo sia. Anche perché siamo nell’era della raccomandazione e i turisti non hanno paura di esprimere la propria opinione e oggi non lo fanno più andandosi a lamentare con l’agenzia di viaggio di turno o il tour operator ma lo scrivono direttamente online, di conseguenza tutto questo ha un peso a livello di reputazione e di opinione che poi avranno altri utenti.
Mentre per gli esperti di settore è importante saper veicolare al turista con disabilità l’importanza di affidarsi a un tour operator che gli possa garantire vantaggi che non può trovare nelle OTA (online travel agency) come Airbnb o Expedia. Molto spesso ci affidiamo a loro senza contare però quanto sia fondamentale essere sempre tutelati. Un tour operator dovrebbe offrire quello che le travel agency non possono fare e questo significa verticalizzare l’offerta: offrire quindi servizi adatti, pensando al percorso che farà la persona, dall’inizio fino alla fine della vacanza.
-Ti ringrazio di nuovo Luca per l’intervista e spero che le mie parole possano fornire un punto di riflessione per tutti i tuoi lettori.-
Ti ringrazio io Erica per la tua disponibilità, per averci illustrato il tuo progetto di tesi e per averci arricchito di nozioni estremamente utili.
Ti auguro un ricco futuro e ti aspetto per degli aggiornamenti in merito !
Cari amici lettori, anche oggi siamo giunti al termine,
Ci sentiamo nei prossimi giorni con nuovi viaggi ovviamente contro le barriere.
Luca.
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