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22 GIUGNO 2016

  • Immagine del redattore: LucaTravel
    LucaTravel
  • 21 giu 2020
  • Tempo di lettura: 6 min

Buongiorno cari amici lettori,

Quattro anni fa come oggi successe l'incidente che mi cambiò totalmente la vita e mi rese la persona che sono.

Accomodatevi che vi racconterò più dettagliatamente la mia storia.


22/06/2016.

Era una calda serata di inizio estate, in quel giorno, ricordo come se fosse oggi, c'era l'ultima partita dei gironi dell'Europeo della nostra cara Nazionale contro l'Irlanda.

Eravamo praticamente già passati in un girone di ferro, pochi inizialmente davano fiducia a quella squadra non fatta di fenomeni ma organizzata da un Antonio Conte che ci stava regalando un sogno (premetto che non sono interista ma un grande sportivo).


I miei amici erano al baretto del paese e mi avrebbero aspettato senza fretta per goderci "l'inutile" ma sempre avvincente secondo tempo della sfida calcistica.


Ai tempi lavoravo in un'azienda chimico-tessile a pochi chilometri da casa e stavo svolgendo il secondo turno di lavoro (14.00-22.00) su uno specifico impianto.


22/06/2016 H. 19.15 - Brianza Lecchese.

Come ogni sera, ceno assieme al mio collega ed ex compagno di classe - che gioia quando entrambi ci siamo ritrovati in ditta insieme ! Dai banchi del corso Perito Chimico ad un reparto di un'azienda del settore nel giro di poco tempo.

Eravamo nello stesso turno ma gestivamo impianti diversi... Poco importava! Scambiare due chiacchiere al caffè e in mensa era molto piacevole e tutto questo bastava per farci tornare alla luce i momenti trascorsi in classe o alle epiche gite.

Come sempre ci si diceva "Oh dai... Manca poco ! Ci vediamo in spogliatoio non tra molto" e si tornava al lavoro sempre con voglia e desiderio di crescita professionale.


22/06/2016 H. 20.30-21.30 - Brianza Lecchese.

Ragazzi scusate, ma il bug mentale mi ha fatto dimenticare totalmente l'ora del fatale incidente, so solo che mancava poco all'uscita ma non era esageratamente dopo tanto dalla mezz'ora di pausa - nulla di più.

Stavo gestendo la mia linea quando, non so come, sono stato intrappolato dal tessuto il quale mi ha portato direttamente a due calandre comprimitrici.

Mi guardai la mano, era un brandello unico.

Da li il vuoto.

Non sono mai svenuto ma ero totalmente in shock, dicevo cose a caso: piangevo, urlavo, ridevo, io non mi ricordo niente, me lo dissero poi i presenti.

Il servizio di primo soccorso aziendale è stato a dir poco eccellente e anche l'ambulanza arrivò subito.

Mi fecero parlare con mia madre al telefono con la quale ebbi la mia prima crisi di pianto, quindi le passai l'addetta del pronto soccorso la quale le spiegò in quale ospedale mi avrebbero portato.


22/06/2016 H. 21.50 (?) - Biffi bar Galbiate

Nicoletta: "Ciao Riccardo, a breve ti chiamerà il papà di Luca, ti deve dire una cosa, le ho dato il tuo numero..."

Riccardo: "Ciao mamma, ok grazie, ma... Va tutto bene ?"

---

Angelo: "Ciao Richi, sono distrutto, Luca ha subito un terribile incidente sul lavoro, stiamo andando a Monza, lo stanno portando giù in urgenza. Ti voglio bene "

---

Riccardo: "Ragazzi, dobbiamo andare a Monza ! Luchino ha subito un grave incidente, lo devono operare".


Riccardo, Andrea, Alessandro e una cosa come altre tre macchinate partirono. Partirono per me, sapevano che non avrebbero potuto fare niente, che non potevano entrare in sala operatoria, ma loro volevano venire per starmi vicino.


22/06/2016 H. 22.00 (?) - Ospedale San Gerardo di Monza.

Di urgenza in codice rosso mi portarono a Monza, ovviamente io non ero cosciente.

Mi ricordo la sala operatoria e colei che divenne la mia salvatrice. La dottoressa L.L. mi accolse come un figlio e fece il possibile per rendermi la mano tale da non recarmi estreme difficoltà e complessità future ! Vi dico con tutta la mia onestà che una mano più bella di come me l'ha ricostruita lei era impossibile da fare.

La mano era gonfia, avevo perso totalmente il terzo, il quarto e il quinto dito della mano, il 40% della superficie totale e il secondo dito non era ancora salvo ! Era ad estremo rischio di amputazione, ci voleva una buona cura e tantissima fisioterapia post-guarigione delle ferite.

Mi crearono un "cuscinetto" a livello del mignolo in modo da favorire una minima chiusura della mano e la sua protezione. Le dita purtroppo non si potevano riattaccare, così come il resto del volume, l'obiettivo era quello di recuperare il secondo dito - del tutto sarebbe stato impossibile - ma almeno da potermi garantire una sorta di chiusa e pinza pollice-indice.

Se chiedete di me al San Gerardo, vi diranno "ah si, il canterino !" ... Non chiedetemi come e cosa ma in sala operatoria cantavo a squarcia gola (adesso rido, ma che figura).




23/06/2016 H. 02.07 - Ospedale San Gerardo di Monza.

Esco dalla sala operatoria in barella molto confuso, mi ricordo l'ora è fissa nella mia testa.

Volevano farmi vedere i miei genitori.

Mio padre mi baciò in bocca e mi disse "noi ci siamo, non mollare, ci sono qua tutti i tuoi amici".

"Ci sono qua tutti i tuoi amici" è una frase che sempre mi ronzerà in testa.

I miei sanno quanto sono importanti per me i miei amici e sapeva benissimo che dicendomi quella frase sarei stato felice. Così successe e sorrisi, sorrisi tantissimo.




23/06/2016 H. 06.50 - Ospedale San Gerardo di Monza.

Mi svegliai presto, avevo il cellulare al 19%.

Mi erano arrivati tantissimi messaggi, mi sentivo protetto.

La prima cosa che feci è stato piangere a dirotto, poi mi alzai barcollando e andai in bagno e per abbassare la tensione iniziai a fare avanti-indietro per il corridoio.

L'infermiera mi vide e mi disse in tono dolce e protettivo"Luca, torna in camera, non farmi preoccupare ! Sei stato operato ieri".

Io spontaneamente, in tono simpatico, le dissi "si vero ha ragione, però posso camminare, cioè sono stato operato alla mano non alla gamba". Lei rise e mi accompagnò in camera.

Arrivarono i miei, piansi con loro, quindi mi convocò la dottoressa che la sera prima mi aveva operato.

L'infermiera le aveva raccontato della mia battuta e la cosa le fece piacere.

Mi fece fare la lastra e mi medicò. Fu la prima volta che vidi la mia "nuova mano"senza bende dopo l'operazione. Piansi nuovamente.

La situazione era apparentemente stabile, l'operazione era riuscita e mi fece tornare a casa.





LA "FOLLE ESTATE"

Gli amici e la famiglia non mi abbandonarono mai !

Fu un'estate folle !

La mia giornata era praticamente divisa in due step:

La mattina a fare le visite in ospedale e le varie medicazioni fatte da Irene, una gentilissima amica di famiglia che di professione fa l'infermiera. Con lei non ho mai sentito dolore, la sua grande professionalità e dimestichezza mi aiutarono a guarire in pochissimo tempo e il rischio infezioni sempre pari a zero. Con lei era bello parlare, non c'era solo un rapporto professionale, ma si rideva e scherzava e mi tirava su il morale;

Il pomeriggio e sera avevo la casa letteralmente invasa da amici che MAI e ribadisco MAI mi hanno fatto sentire diverso ed inferiore.

Mai ho sentito dire "No, Luca ora non lo può più fare" ma ero incentivato a farlo ! Ero sempre supportato, spensierato e mi davano una carica esplosiva.

L'invalidità sta nella testa delle persone che non capiscono, ma le persone a me vicine lo avevano capito sin da subito.

Avevo bisogno di stare con le persone, quei pazzi organizzarono anche un week-end a Riccione dove ovviamente mi obbligarono ad andare. Folle ma favoloso!

La doccia ? A casa ci pensava mia madre ad aiutarmi, fuori casa l'addetto era Pippo... io non vi dico nulla, chiedete a lui ahahah.

Pippo mi ospitò per un lungo periodo da lui, a pranzo mangiavamo da mia madre, stavamo sul terrazzo dove si organizzavano varie attività per farmi svagare.

Poi andavamo a casa sua dove ci raggiungeva dopo lavoro Richi.





MONZA - BUDRIO - LECCO.

La mia lunga guarigione era supportata in tre fasi specifiche:

A Monza, le visite, medicazioni e aggiornamenti clinici erano all'ordine del giorno... Nulla da dire, estrema professionalità, serietà ed organizzazione per i dipendenti del centro chirurgia della mano dell'ospedale;

A Budrio, a due passi da Bologna, c'è il centro protesi... Vi prometto che scriverò un post su questo centro. Da loro mi sento a casa (tempo verbale presente non a caso, il centro mi accompagnerà per tutta la vita).

A Lecco mi seguivano gli psicologi per paura di un crollo emotivo e i fisioterapisti con l'obiettivo di recuperare il più possibile il secondo dito e la chiusura del cuscinetto.


Non esiste un'età migliore per subire un infortunio, non deve esistere un'età migliore !

A 21 anni però mi crollò il mondo addosso... Già avevo le mie pare da adolescente, figuratevi con mezza mano in meno !

Ho avuto brutti momenti e brutti pensieri, la paura di rimanere solo, di perdere tutti, di non avere più un lavoro e di non trovare più una ragazza era altissima.

La mia forza è stato il fatto di non esser mai solo.


Durante le mie cure nei tre centri, ho avuto modo di conoscere persone disabili con menomazioni più gravi delle mie ma che malgrado tutto hanno sempre trovato la forza di sorridere alla vita che con loro era stata così tanto crudele.


Perchè morire dentro allora ? Perchè abbattermi ?




LA RINASCITA

Capì che quello che stavo facendo non era la cosa giusta da fare, lasciarsi andare era troppo sbagliato ! Non potevo dipendere solo dagli altri, mi serviva qualcosa di più.

Imparai ad accettare la mia disabilità, a vivere la vita al meglio;

Mi ripresi il posto in porta, o meglio, i miei amici mi obbligarono a tornare tra i pali perchè il portiere è Luchino anche se ha un'invalidità.

Non persi nessuno, ho Giulia una ragazza meravigliosa che tutt'ora mi accetta per quello che sono, che mi ama davvero, che mi fa sempre sentire a casa e con cui condivido i viaggi.

La vita è un diritto e tutti devono viverla al meglio ! I miei viaggi contro le barriere nascono assolutamente per questo scopo!




Grazie a tutti.

Luca.



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